Chi siamo

GRECAM
Gruppo di ricerca sulla Creatività Attraverso il Movimento


Ci siamo incontrati negli anni ’80, ciascuno con le proprie difficoltà, ferite e storie. Con la necessità e il desiderio di uscire da sé e iniziare una relazione autentica con sé e con l’altro. Necessità e desiderio, più o meno consapevole, di unire parti diverse e conflittuali; luminose ed oscure.

Ci siamo incontrati, associati ed appassionati ad una proposta forte, intensa, poliedrica che nasceva dal lavoro e dalla ricerca di Norberto Silva Itza, dai suoi studi e dal suo lavoro di psicoterapia e di educatore nelle scuole; dalla sua esperienza in America Latina con gli Indios, da cui Norberto racconta di aver imparato il collegamento del tutto; dalla sua ricerca e produzione creativa e artistica, come attore, regista, poeta e pittore.





Siamo un gruppo di persone, con diverse caratteristiche, provenienze, professionalità e anche umori diversi, che si è unito a questa esperienza di vita, riconoscendo qualcosa che gli apparteneva. Nato come gruppo di terapia si è trasformato in un gruppo di ricerca e di lavoro attraverso un processo di sperimentazione creativa, lasciando il setting strettamente terapeutico per arrivare ad una accezione più ampia di cultura terapeutica.

Da allora ad oggi i nostri percorsi personali si sono intrecciati, fino a tessere una trama comune dove ogni filo ha un senso. Le relazioni tra noi hanno richiesto e richiedono continue messe a punto, nutrimento, sorveglianza e protezione.


Grecam: siamo partiti dal nostro acronimo e dal suo significato. L'espressione attraverso il movimento è l'anima e il filo conduttore del nostro lavoro a cui spesso torniamo. Movimento del corpo come concreta mobilizzazione di energia, tangibile trasformazione e possibilità espressiva. Con il tempo, il permettersi di vedere e di farsi vedere, ha trasformato il bisogno iniziale in un desiderio di raccontare, di aprire lo spazio espressivo agli altri.

Il nostro processo teatrale parte da questo desiderio per far vivere sogni, fantasie, immagini, che prendono forma nella creazione di un rito collettivo che include e dialoga con le persone in platea.

Non siamo attori, raccontiamo con i nostri mezzi la nostra umanità.


Nei primi spettacoli l'intreccio tra movimento, gesto e musica è stato l'elemento portante. In seguito, al gesto si è affiancata la parola, che racconta, che dice, che esprime pensieri e vissuti.

Lungo il percorso si è sviluppato in noi l'interesse a esplorare altre forme di ricerca creativa. Al teatro si sono aggiunte la poesia, i collage, la scultura, i video, la grafica. Abbiamo sperimentato la relazione tra i vari mezzi espressivi in un processo continuo di integrazione e trasformazione: reading di poesie a cui si sono aggiunte immagini proiettate e musica dal vivo; installazioni, racconti a più voci, realizzate con sculture in creta, legno, stoffe e materiali riciclati; con libretti, luci, videoclip e performance, curando sempre di più il rapporto con il luogo che le accoglie. Realizzazioni che ci hanno dato la conferma della possibilità di integrazione della dimensione personale con quella collettiva.



Negli anni '80 si respirava in Italia, tra i tanti gruppi di ricerca in diversi ambiti (artistico-culturale-terapeutico-umanistico) uno spirito di comunità, di condivisione, di "fare insieme".

Da allora molte di queste realtà sono naufragate, si sono perse, sono state abbandonate. Questa nostra esperienza associativa e questa scelta di costruire insieme proseguono con fatica, con gioia, con disagi con entusiasmi e frustrazioni, ma continua; prosegue quell’idea ampia di cura e di sostegno alla persona.
 

Ma facciamo un passo indietro... 

Nel 1993 il nucleo storico del Grecam si costituisce in Associazione, con l’obiettivo di sviluppare e diffondere il nostro approccio metodologico. Nel tempo altre persone si sono unite e qualcuno ha scelto altre strade. Punto di partenza l'uomo nella sua interezza: il corpo, la mente, i pensieri e le emozioni, il desiderio e l'azione, il proprio passato, il presente, la capacità di progettare il futuro.
Obiettivo: l'integrazione di tutte queste parti per entrare in contatto con i fantasmi e le ferite e darsi una possibilità di trasformazione. Un processo che avviene attraverso il lavoro sul sé e l'esercizio della creatività nelle sue diverse forme.


Il lavoro nei gruppi psicoterapeutici, con le dinamiche e l'impegno che comporta, ha rappresentato per il Grecam una leva di contrasto con la tendenza, tutta occidentale, all'isolamento e alla separazione, alla competizione e all'individualismo, e una spinta ad uscire dal proprio guscio.

In questo dialogo continuo tra simbolico e reale, tra metafora e concretezza, tra l'ideale e il fare, abbiamo costruito, in questi anni, dei luoghi/degli spazi/dei posti da curare e che ci curassero.

Da molti anni “accudiamo” un giardino...


Il giardino abbandonato,

profuma di citronella

e menta antica.

Attraversa il tempo

e recupera la vita.


Abbiamo trovato un terreno lasciato in abbandono, con un vecchio frantoio, scelto per realizzare le nostre fantasie, con la consapevolezza che curare la terra significa curare noi stessi. Abbiamo pulito, piantato, potato, smosso il terreno, preparato lo spazio per il giardino. Da allora continuiamo a farlo e lui cresce, fiorisce e trasformandosi, restituisce forme immaginate e inattese, offrendo infinite visuali dalle diverse angolazioni. È nato così il Casale “Le Pietre” a Fara Sabina, che da 23 anni testimonia e rispecchia il dentro e il fuori.


Più recentemente, nel 2006, abbiamo conseguito l'utopia, (perseguita da tempo), di realizzare una sede nel centro di Roma, all'Esquilino, quartiere popolare e crocevia di tante etnie. Abbiamo investito energie, tempo e risorse per trasformare un vecchio magazzino fatiscente e ammuffito in uno spazio flessibile che potesse accogliere le tante diverse forme di espressione che abbiamo sviluppato nel tempo e offrire la possibilità di mettere in relazione la cura e la cultura.

Da poco abbiamo festeggiato i dieci anni del centro... tante le realizzazioni, il viaggio continua...










1 commento:

  1. Interessante tutto cio che fate ce posto per me ? Una donna in solitudine

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